Come prevenire la cistite post-coitale?
a cura della dott.ssa F. Manganello, Ginecologa
La cistite è l’infiammazione dolorosa della vescica, un disturbo molto frequente nelle donne, caratterizzato da sintomi come dolore al basso ventre, bruciore quando si urina e necessità di urinare frequentemente.
Esiste una particolare variante di cistite che si verifica dopo i rapporti sessuali: la cistite post-coitale.
In questo articolo esploreremo questa particolare forma di cistite e ne analizzeremo la correlazione con l’atrofia vaginale, la resistenza agli antibiotici e le strategie preventive basate su evidenze scientifiche.
Atrofia vaginale e fattori irritativi
L’atrofia vaginale è un problema comune tra le donne, specialmente durante la menopausa. È caratterizzata da una diminuzione dei livelli di estrogeni, che porta all’assottigliamento della mucosa vaginale e alla riduzione della lubrificazione naturale.
Esiste una correlazione tra l’atrofia vaginale e la cistite post-coitale. Infatti, quando la mucosa vaginale diventa più sottile e meno elastica a causa dell’atrofia, può verificarsi un maggiore attrito nell’area uretrale durante i rapporti sessuali. Questo aumentato sfregamento dell’area sottouretrale può costituire uno stimolo irritante e favorire una iperproliferazione batterica inducendo i sintomi della cistite, come dolore e urgenza urinaria.
Questo fenomeno non riguarda solo le donne in menopausa, ma può colpire anche le giovani con disturbi del pavimento pelvico, come l’ipertono pelvico (aumento involontario della tensione muscolare nel pavimento pelvico). L’ipertono può aumentare ulteriormente lo sfregamento dell’area sottouretrale e causare una contrazione eccessiva dell’uretra, contribuendo così alla comparsa dei sintomi tipici della cistite post-coitale.
Anche la vulvodinia, una condizione caratterizzata da dolore cronico nella zona vulvare, predispone ai sintomi della cistite post-coitale per la reazione involontaria di contrazione che si determina durante il rapporto.
Antibiotici e resistenza
In passato, la cistite post-coitale veniva spesso trattata con antibiotici. Tuttavia, l’uso eccessivo di antibiotici ha portato all’incremento della resistenza batterica a questi farmaci.
Oggi, sappiamo che l’uso indiscriminato di antibiotici risulta inefficace, altera la flora lattobacillare e il microbiota intestinale e può comportare effetti collaterali indesiderati.
Nel caso della cistite post-coitale, la terapia antibiotica non è indicata come prima linea, piuttosto, è suggerito utilizzare approcci di prevenzione e terapie non farmacologiche.
Prevenire la cistite post-coitale
Per una problematica altamente recidivante come la cistite post-coitale, è molto importante mettere in atto delle azioni preventive; tra queste, ne segnaliamo alcune, supportate da evidenze scientifiche:
- Assumere integratori specifici ad alto contenuto di cranberry, attivo naturale utile per la funzionalità delle vie urinarie; in particolare, è importante prediligere prodotti a base di estratti di cranberry ad alto titolo di Proantocianidine di tipo A (PAC-A) – la frazione più attiva
- Usare lubrificanti a base d’acqua durante i rapporti sessuali per ridurre l’attrito e l’irritazione, particolarmente utile nei casi di atrofia vaginale
- Mantenere un’igiene adeguata, assicurandosi di:
- vuotare la vescica prima e dopo i rapporti sessuali
- eseguire un lavaggio delicato con acqua tiepida dopo il rapporto
- asciugarsi con delicatezza con un asciugamano morbido, senza sfregare.
La cistite post-coitale è una condizione che limita la libertà sessuale della donna e per questo va affrontata in modo completo e non semplicemente assumendo antibiotici. Tenere in conto i fattori che contribuiscono all’irritazione e adottare strategie di prevenzione è fondamentale per prevenire la comparsa dei sintomi della cistite post-coitale e ridurre il rischio di recidive.