Tristezza vs Depressione: 4 campanelli d’allarme
A cura di Luca Mazzucchelli, Psicologo Psicoterapeuta
Tutti quanti abbiamo fatto esperienza nella nostra vita di una giornata o di un periodo in cui ci siamo sentiti tristi e con l’umore a terra. Che sia a causa di una delusione, di una perdita o, più in generale, di un momento di difficoltà, è assolutamente normale sperimentare tristezza: per quanto spiacevole e talvolta molto dolorosa, essa fa parte della nostra “natura umana”, esattamente come le altre emozioni. Tuttavia, in alcuni casi, la tristezza smette di essere uno stato emotivo fisiologico per lasciare il passo a qualcosa di più duraturo e pervasivo: la depressione.
In questo articolo, andiamo ad approfondire alcuni campanelli d’allarme che ci aiutano a discriminare tra tristezza e depressione, per poi cercare di capire cosa fare a riguardo.
I campanelli d’allarme
Quali differenze, quindi, tra tristezza e depressione?
Iniziamo col dire che la tristezza è un’emozione fisiologica che si accende in noi a fronte di particolari situazioni, nello specifico a seguito di una mancanza o una perdita (perdere una persona cara, mancare un obiettivo, smarrire un oggetto, e così via). Si tratta di uno stato transitorio (anche se a volte può durare più del previsto) e non ci impedisce di portare avanti la nostra quotidianità, seppur talvolta con fatica.
La depressione, al contrario, è una condizione duratura e pervasiva, che spesso prescinde da una “causa” particolare o che, anche se nasce in seguito ad un evento doloroso, successivamente si configura come un “male di vivere” generalizzato. Essa è inoltre caratterizzata, oltre che da un senso di profonda tristezza, da altre manifestazioni sintomatologiche che si estendono a tutta la vita della persona, impattando in modo significativo e negativo sul suo funzionamento.
Nello specifico, la depressione è caratterizzata da 4 campanelli d’allarme a cui dobbiamo prestare particolare attenzione. Vediamoli di seguito.
1. Perdita di interesse e piacere nelle attività
Il primo riguarda il cambiamento nel rapporto con le attività precedentemente amate. Quando siamo tristi potremmo non avere voglia di ingaggiarci in alcune o in molte attività, tuttavia conserviamo intatte le nostre passioni e i nostri interessi, a cui possiamo rivolgerci per trovare sollievo e avere un miglioramento, anche solo temporaneo, del nostro umore.
Nei quadri depressivi, al contrario, abbiamo ciò che in gergo tecnico viene definita anedonia: le persone che ne soffrono tipicamente riferiscono di non provare più interesse e piacere nelle attività che prima le gratificavano e le rendevano felici. È cosi che spesso abbandonano o riducono notevolmente i loro hobby e i loro svaghi, e si ritirano gradualmente dalle relazioni.
2. Riduzione di energia, sonno e appetito
Il secondo campanello d’allarme per differenziare tristezza e depressione è quello che riguarda il rapporto con variabili come l’energia, il sonno e l’appetito. Certo, anche quando siamo tristi possiamo avere delle ripercussioni su tali domini, tuttavia si tratta di effetti di intensità significativamente minore e comunque passeggeri.
Nei quadri depressivi, al contrario, la persona sperimenta un deficit generale e costante di energia, nonché una notevole stanchezza anche davanti a piccoli sforzi: addirittura compiti quotidiani come vestirsi e prendersi cura di sé possono essere percepiti come estremamente faticosi.
Inoltre, possono essere presenti frequenti disturbi del sonno, come insonnia (tipicamente con precoci risvegli mattutini e difficoltà a riaddormentarsi) o ipersonnia (ossia un aumento delle ore destinate al sonno anche in periodi diurni).
Un altro sintomo che ci può indirizzare verso un quadro depressivo è la modificazione importante dell’appetito, che può esprimersi con una diminuzione dello stimolo a mangiare (con possibile conseguente calo del peso corporeo) o, in alternativa, un aumento dello stesso.
3. Auto-svalutazione del sé e perdita di speranza nel futuro
Il terzo campanello d’allarme a cui è necessario fare attenzione per differenziare la tristezza dalla depressione riguarda sentimenti e pensieri pervasivamente negativi rispetto al sé e al futuro.
Nei quadri depressivi è infatti presente una tendenza significativa alla svalutazione della propria persona, con sentimenti di colpa, pensieri fortemente autocritici, convinzioni di inadeguatezza e disprezzo nei propri confronti.
Percezioni non dissimili riguardano il futuro, che tipicamente viene visto con pessimismo e profonda sfiducia. Tali elementi possono condurre allo sviluppo di sentimenti di disperazione e impotenza che possono esitare in pensieri di morte.
4. Difficoltà di concentrazione, di attenzione e di pensiero
Infine, un quarto campanello d’allarme riguarda le difficoltà di attenzione, concentrazione e i disturbi del pensiero.
A differenza di quanto accade nella tristezza fisiologica, le persone che soffrono di depressione possono riportare difficoltà durature nei processi cognitivi, come concentrazione, memoria e nel prendere decisioni. Anche compiti relativamente semplici come leggere poche righe di testo, svolgere piccoli calcoli, dirigere la propria attenzione su uno stimolo o pianificare qualcosa possono diventare estremamente faticosi, a causa di una sensazione pervasiva di “rallentamento ideativo” e di “vuoto mentale”.
Tristezza e Depressione: Come affrontarle?
Alla luce di quanto detto fin qui, come possiamo affrontare la deflessione, più o meno intensa, del nostro umore?
Se vi siete riconosciuti nei 4 campanelli d’allarme appena citati, il mio consiglio non può essere che questo: rivolgervi a un professionista della salute mentale. La depressione è infatti un vero e proprio disturbo dell’umore che, se non affrontato, può diventare cronico, con il rischio di amplificarne le conseguenze pericolose per la vita della persona.
Diverse sono invece le cose che possiamo fare nella nostra vita quotidiana per prenderci cura di noi nei casi in cui, ad esempio, ci troviamo a sperimentare una deflessione dell’umore in forma lieve o ad avere a che fare con un sentimento di tristezza che fatica a ridimensionarsi.
Ad esempio, la ricerca scientifica mostra come la connessione sociale, ossia coltivare le proprie relazioni, aiutare gli altri e prendere parte a gruppi – politici, culturali, religiosi, ricreativi -, abbia un effetto significativamente positivo sul nostro umore (oltre che ridurre il rischio di ricadute in coloro che invece soffrono di depressione). Simili risultati sono stati evidenziati per l’esercizio fisico: una recente review che ha analizzato i risultati di molti studi precedenti ha confermato un’associazione positiva tra movimento fisico e felicità. Inoltre, le ricerche sono concordi nell’indicare che l’esercizio produce un effetto antidepressivo nelle persone con quadri depressivi: in questo senso esso può anche essere una sorta di “intervento complementare” efficace (ovviamente non sostitutivo alla terapia psicologica) per coloro che soffrono di depressione.
Altre idee utili per ridimensionare le nostre emozioni di tristezza spaziano dal dedicarci ad una attività che ci piace, al trascorrere del tempo in mezzo alla natura, dall’esprimere gratitudine per ciò che già abbiamo (e che spesso tendiamo a dare per scontato), all’assumere integratori naturali a sostegno del nostro tono dell’umore.
Tutte queste azioni possono aiutarci a prenderci efficacemente cura della nostra psiche quando stiamo attraversando un momento di difficoltà e la tristezza bussa alla nostra porta.

L’autore
Luca Mazzucchelli è psicologo, psicoterapeuta e direttore della rivista Psicologia Contemporanea. Con una community nutrita e molto attiva sul web, è un punto di riferimento in tema di psicologia e crescita personale in Italia.
È docente di “Coaching emotivazionale” presso l’Università Sant’Anna di Pisa e consulente editoriale delle collane di Psicologia Giunti Editore. È stato Vicepresidente dell’Ordine degli Psicologi della Lombardia, autore di best seller come “Fattore 1% – Piccole abitudini per Grandi risultati” e “L’era del cuore – Come trovare il coraggio per essere felici”.
Public speaker per importanti eventi nazionali, come il TEDx, mental coach della trasmissione X-Factor nel 2019, è fondatore di LMC S.r.l., prima media company psicologica in Italia che si occupa della creazione di contenuti psicologici.
Riferimenti bibliografici
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